Alberto Roncaccia è docente e ricercatore titolare in Letteratura italiana presso l’Università di Losanna dal 2005, con il titolo di Maître d’enseignement et de recherche 1. Presso la Facoltà di lettere di Losanna è inoltre co-direttore del Centro di Formazione dottorale interdisciplinare.
Si laurea a Roma nel 1991, con una tesi diretta da Mario Costanzo (Storia della critica letteraria), poi pubblicata nella collana bulzoniana « Quaderni di storia della critica e delle poetiche » diretta dallo stesso Costanzo (Guido Ceronetti. Critica e poetica, Bulzoni, 1993).
Le voglie cinquecentistiche, già imputate a Roma da alcuni insegnamenti di Nino Borsellino, riaffiorano per avventura in Svizzera, nel 1993, incoraggiate da Jean-Jacques Marchand e sostenute da una borsa di studio annuale della Confederazione Elvetica per studiare la letteratura italiana d’ispirazione protestante nel sec. XVI, in particolare nell’ambiente estense. La monografia Il metodo critico di Ludovico Castelvetro (Bulzoni, 2006), arriva dopo qualche altro saggio cinquecentesco tra cui Un frammento critico sulle ‘Rime’ del Bembo attribuibile a Ludovico Castelvetro (« Aevum », LXIII, 1999, pp. 707-733) e Petrarchismo metrico del Cinquecento: la canzone di Filippo Valentini a Carlo V (« L’Abaco: annuario di critica letteraria, teatrale e cinematografica », 2-3, pp. 137-172). In riferimento al Castelvetro commentatore di testi letterari ha anche pubblicato Sulle tracce del perduto commento alla « Commedia » dantesca (in Lodovico Castelvetro: filologia e ascesi, a cura di Roberto Gigliucci, Bulzoni, 2007, pp. 73-90) e Castelvetro lettore di Petrarca: “Mai non vo’ più cantar com’io soleva” (in Il poeta e il suo pubblico: lettura e commento dei testi lirici nel Cinquecento, a cura di Massimo Danzi e Roberto Leporatti, Droz, 2012, pp. 133-143).
Si possono ricordare due escursioni dalla zona estense, una dantesca e una pulciana: « Memoria rerum » e « memoria verborum » nel canto II del « Purgatorio » (in Musaico per Antonio. Miscellanea di studi offerti ad Antonio Stäuble, a cura di Jean-Jacques Marchand, Franco Cesati, 2003, pp. 35-68); «Che tutti i canterin son fatti rochi». Appunti per un seminario sul « Morgante » (in «Pigliare la golpe e il lione »: studi rinascimentali in onore di Jean-Jacques Marchand, a cura Eiusdem, Salerno Editrice, 2008, pp. 293-317).
Tra le pubblicazioni più recenti ci sono alcuni saggi ariosteschi:
– L’innamoramento di Angelica nella trama cavalleresca, in L’‘Orlando furioso’ e la tradizione cavalleresca, a cura di Annalisa Izzo, «Versants: revue suisse des littératures romanes » 59 (2), 2012, pp. 129-149;
– Ariosto petrarchista: appunti sul sonetto “Aventuroso carcere soave”, « Italique » XV, 2012, pp. 149-161;
– «Se come il viso, si mostrasse il core». Simmetrie e specularità nel canto XIX del ‘Furioso’, in Marco Praloran, 1955-2011: studi offerti dai colleghi delle università svizzere, a cura di Silvia Calligaro e Alessia Di Dio, ETS, 2013, pp. 105-116;
– Canto XIX, in Lettura dell’‘Orlando furioso’, a cura di Gabriele Bucchi e Franco Tomasi, SISMEL – Edizioni del Galluzzo, 2016, pp. 457-476;
– Struttura dell’‘Orlando furioso’, in Lessico critico dell’‘Orlando Furioso’, a cura di Annalisa Izzo, Carocci, 2016, pp. 405-425.
Grazie a queste e ad alcune altre pubblicazioni, nel 2014 ha ottenuto l’abilitazione nazionale italiana di professore associato in Letteratura contemporanea.
Per la loro piacevolezza, possono essere ricordate le esperienze di professore invitato presso il Dipartimento di italiano dell’Università di Ginevra (2013) e presso il Centre d’Etudes Supérieurs sur la Renaissance (CESR) di Tours (2013). Per la gravità, quella di vice-decano della Facoltà di lettere di Losanna (2007-09).
Tra il 2010 e il 2016 ha diretto cinque tesi di dottorato, tra le quali tre di argomento rinascimentale.